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Controllo dell’udito: in cosa consiste?

Il controllo dell’udito è il primo passo da compiere per chi vuole mantenere o recuperare una buona capacità di ascolto. L’udito, infatti, così come altre parti del nostro organismo, risente dell’usura fisiologica dovuta al naturale processo di invecchiamento. Per questo motivo, anche le nostre orecchie richiedono un approccio mirato alla cura e alla prevenzione affinché un’azione che dovrebbe essere molto naturale come riuscire a sentire bene non risulti, con il passare del tempo, un’attività praticamente proibitiva. Fuori dalla nostra portata.

La questione del benessere dell’udito è di estrema importanza soprattutto perché non si limita semplicemente al sentire o non sentire bene. Diversi studi, infatti, hanno evidenziato diverse ripercussioni per la salute fisica e mentale derivanti da una condizione uditiva deficitaria. Sono emerse, per esempio, correlazioni tra ipoacusia (perdita uditiva) ed un maggior rischio di sviluppare forme depressive, demenza senile e morbo di Alzheimer

Prendersi cura del proprio udito, quindi, è un’attività fondamentale per la propria salute, e passa inevitabilmente attraverso un approfondito controllo dell’udito. Non a caso, le istituzioni sanitarie raccomandano agli over 50 di eseguire un test uditivo almeno una volta all’anno

Ma in cosa consiste?

I vari passaggi del controllo uditivo

Nella fase iniziale, il controllo dell’udito prevede una raccolta di informazioni cliniche e sullo stile di vita del paziente in modo che lo specialista potrà conoscere meglio la situazione e tenerne conto successivamente, nel momento in cui dovrà formulare un resoconto conclusivo ed eventualmente orientarlo verso il miglior approccio riabilitativo. 

L’esame vero e proprio inizia, di norma, con una otoscopia, ovvero con un’ispezione visiva del condotto uditivo e della membrana timpanica attraverso l’utilizzo di un otoscopio. Questa ispezione è necessaria per rilevare l’eventuale presenza di tappi di cerume o di altri eventuali impedimenti alla corretta trasmissione del suono che potrebbero alterare gli esiti dei test successivi.

A questo punto, il paziente sarà chiamato ad eseguire esami audiometrici: questi esami consistono prevalentemente nel far sentire suoni e voci, indossando apposite cuffie, di tonalità e intensità differenti al paziente all’interno di una cabina silente. Dal canto suo, quest’ultimo sarà invitato a riconoscere e ripetere, nel caso delle parole, ciò che riuscirà a sentire. Sulla base delle risposte, lo specialista saprà calcolare con precisione la soglia uditiva del paziente, ovvero il suo livello di raffinatezza uditiva. 

Il passaggio finale del controllo uditivo prevede l’elaborazione di un audiogramma: si tratta del referto conclusivo sulla qualità uditiva del paziente. Nel caso in cui dovesse emergere una perdita uditiva, rappresenta la base di partenza sulla quale definire il percorso di riabilitazione affidato all’adozione di appositi apparecchi acustici.

Come facilmente intuibile, il controllo dell’udito è un esame assolutamente non invasivo e fondamentale per rilevare tempestivamente problematiche uditive prima che queste possano gradualmente accentuarsi fino a scaturire indesiderate ripercussioni per la salute e la vita sociale.

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