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Acufene: cosa fare per alleviare il fischio all’orecchio?

Secondo recenti indagini a livello nazionale e internazionale, l’acufene sarebbe diventato così diffuso da essere etichettato come il “nuovo mal di testa”. Secondo i dati pubblicati sul The Lancet, quasi il 15% degli europei ne soffrirebbe in maniera cronica. Sono dati piuttosto significativi che probabilmente risultano persino al ribasso poiché non considerano le persone che ci convivono, ma che non sanno come chiamarlo. 

L’acufene si manifesta quando si percepisce un fischio all’orecchio senza che qualcosa nei dintorni produca effettivamente quel rumore. Qualcuno la definisce un’allucinazione uditiva poiché può essere sentita soltanto dalla persona che la percepisce. 

Quando il fischio si ripresenta più volte nel tempo, allora si parla di acufene cronico: si tratta di un vero e proprio disturbo che, in alcune circostanze, può diventare così fastidioso da risultare persino invalidante. 

Chi ne soffre, infatti, può avere difficoltà a concentrarsi o a dormire, con tutte le ripercussioni nella vita di tutti i giorni che ne derivano. E l’aspetto che rende il tutto più irritante è l’assenza di una cura definitiva.

Cause dell’acufene

L’episodio di acufene può manifestarsi in seguito all’esposizione ad un forte boato, ma le origini dell’acufene cronico non sono conosciute. Quello che si sa è che spesso si presenta insieme ad altre condizioni che coinvolgono l’udito e non solo. I principali fattori di rischio sono ipoacusia da rumore, presbiacusia (ovvero perdita uditiva durante la terza età), assunzione di determinati farmaci, trauma cranico, stress o tappi di cerume.

Tuttavia, le circostanze non finiscono qui.

Altra precisazione importante da fare: acufene cronico e perdita di udito non sono direttamente collegate. È frequente che si manifestino insieme, ma al tempo stesso è possibile anche soffrire di costanti acufeni nonostante un ottimo udito. E viceversa.

Cosa fare per alleviare l’acufene

Anche se – come scritto in precedenza – non esiste una cura definitiva, l’acufene può essere gestito attraverso alcuni approcci riabilitativi in grado di limitarne l’impatto sulla vita di tutti i giorni.

La TRT, per esempio, acronimo di Tinnitus Retraining Therapy, si basa su una sorta di allenamento del cervello. L’obiettivo del trattamento è quello di “insegnare” ad ignorare il fischio. O meglio, di assuefarsi a quel rumore, così da non notarlo più.

Iniziare un percorso di terapia cognitivo-comportamentale può rivelarsi utile ad accettare con maggiore serenità la propria condizione, a maggior ragione perché l’acufene “si nutre” dei pensieri negativi per acuire la propria intensità.

Gli apparecchi acustici possono aiutare?

Nel caso in cui l’acufene sia accompagnato da perdita di udito, possono senz’altro aiutare. Innanzitutto, perché non riuscire a sentire bene ciò che accade all’esterno contribuisce ad accentuare la percezione del fischio, rendendolo ancora più fastidioso.

A questo si aggiungono alcune funzionalità anti-acufene previste dagli apparecchi acustici moderni, basate perlopiù su un meccanismo di allenamento uditivo simile a quello della TRT tramite playlist di rumori bianchi (suoni naturali monotoni) programmate su App dedicate.

Insomma, sebbene problemi di udito e acufeni non siano necessariamente collegati tra loro, eseguire un controllo dell’udito e rivolgersi ad un audioprotesista può aiutare a capire meglio la situazione e a contrastarla nella maniera più efficace possibile.

A maggior ragione se il centro acustico di riferimento effettua TRT o prevede trattamenti appositamente progettati per migliorare la convivenza con l’acufene. 

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